La fiaba di Biancaneve: simboli nascosti

//La fiaba di Biancaneve: simboli nascosti

I simboli sono ovunque, nell’arte, nell’architettura e nella letteratura.

Le fiabe sono dense di significati esoterici e psicologici e i loro temi centrali (paura, morte, coraggio, rinascita) sono precursori di trasmutazione e di elevazione, con importanti significati iniziatici.

Anche Walt Disney che era un iniziato nei suoi film veicolava spesso un sapere esoterico velato da simboli non decodificabili ai più.

Uno degli esempi più significativi è quello della fiaba di Biancaneve, in cui numerologia, alchimia ed astrologia si amalgamano per creare un’opera cinematografica che può essere letta a più livelli.

Di seguito mi permetto di raccontare la mia versione esoterica di Biancaneve

Era un inverno freddo quando la regina, che stava ricamando vicino  alla finestra, si punge con l’ago e 3 gocce di sangue cadono a terra (3 numero attivo che possiede una grande forza energetica, non a caso è anche il numero legato alle tre fasi lunari). La donna sospirante in quel momento esprime il suo più grande desiderio: quello di avere una figlia bianca come la neve, rossa come il sangue e bruna come l’ebano richiamando così alla mente dell’iniziato le 3 fasi della trsmutazione alchemica albedo, rubedo e nigredo.

Biancaneve aveva gli anni che corrispondono al numero della manifestazione dell’ordine cosmico e della ricerca mistica (7) quando la sua matrigna, tanto legata ai metalli profani, per paura che la bellezza della fanciulla oscurasse la propria, la fece vestire di stracci per svolgere tutti i lavori più umili al castello; la perfida donna pensava di piegarla, ma era ignara che l’umiltà è il primo scalino che conduce alla ricerca spirituale.

Grimilde era solita far confermare al suo specchio (simbolo dell’inganno,  fugacità e vanità per eccellenza! Ma anche di verità) che lei fosse la più bella del reame. E cosi fu per molto tempo ma un bel giorno lo specchio sentenziò che la donna più bella del regno ora fosse diventata Biancaneve.
Grimilde non vedendoci più dall’invidia, incarica il suo fidato cacciatore di condurre la ragazza nel luogo più buio e pauroso che esista, di ucciderla e di portarle i polmoni (simbolo del soffio vitale) ed il fegato (anticamente sede delle emozioni, all’anima e del femminino sacro) per mangiarli e fare finalmente sue le doti di bellezza e bontà e verità della povera sciagurata.

Il cacciatore eseguì gli ordini e condusse la ragazza in una foresta-inconscio, un luogo tenebroso e senza luce. Rimasta sola, dopo aver superato un corso d’acqua, resistito a un turbinìo di vento e vinta infine la paura suscitata dalla visione degli occhi degli animali simili a fiamme lampeggianti, al buio, disorientata e spaventata come in un gabinetto di riflessione, B. compie la discesa nel profondo di se stessa–come nelle viscere della Terra – ed ebbe una strana visione: delle lettere che formavano una antica e misteriosa parola (VITRIOL). Questa immagine le diede la forza di incamminarsi verso un viaggio che non sapeva né dove l’avrebbe portata né che pericoli avrebbe potuto incontrare lungo la via. (Cara Biancaneve, anche io 15 anni fa intrapresi un percorso analogo!). La fanciulla  si incamminò tra gli alberi fino a trovare una capanna, la casa dei nani (se non erro nella lingua tedesca hütte significa tanto capanna, rifugio, quanto loggia, e ciò non dovrebbe essere affatto casuale), casa che era troppo piccola e stretta per lei e per la sua anima. Dopo aver bussato, dal momento che nessuno rispondeva, decise di entrare e con sua grande sopresa la trovò in assoluto disordine; invece che lasciarsi sopraffare dal nuovo ambiente inizia l’esplorazione e con l’aiuto dei suoi strani amici animaletti inizia a pulire, riordinare e a levigare una strana pietra bitorzoluta che trova in un angolino, esaltando così il valore della fratellanza e del lavoro comune.

Poi sfinita si mette a dormire e al suo risveglio scopre che la casetta appartiene a sette nani, ai 7 pianeti, di cui incarnano le caratteristiche.

Dotto sole, dunque la luce, il giorno del sorgere della vita e della veglia (domenica)

Mammolo il timido, che rispecchia, invece, l’aspetto femminile, quindi la luna e il giorno della settimana del lunedì.

– Brontolo l’irritabile, è Marte (martedì)

– Cucciolo, piccolo e giovane, è Mercurio (mercoledì), dio portatore dell’informazione segreta.

Gongolo, il gioviale, che rappresenta Giove (giovedì)

Eolo, custode dei venti per Venere (venerdì)

Pisolo che trova in Saturno – sabato – il giorno del sonno e del riposo.

 I nuovi amici di Biancaneve sono dei minatori, che scavano la roccia per estrarre diamanti cioè qualità e virtù, le più preziose che esistano, il loro lavoro è come trasmutare il piombo in oro.

 In questo bel quadretto ognuno ha caratteristiche diverse dall’altro, ma ognuno è indispensabile al resto della comitiva dimostrando l’importanza dell’accettazione dell’altro anche se diverso e lontano dal nostro mondo, perché il solo fatto di condividere ideali e obiettivi ci rende uniti, come fratelli.

Biancaneve sarebbe l’ottavo elemento. Otto è il numero della totalità e, nella sua rappresentazione grafica riflette il senso di un tempo che si riproduce in un eterno, ma mai ripetibile. Sette degli elementi che fanno parte di questo scenario del mondo appartengono a una dimensione, per così dire, “ordinaria”, l’ottavo a una dimensione “straordinaria”.Una volta tornati a casa e dopo i primi momenti di paura e perplessità, i sette nani accolgono Biancaneve e la invitano a restare con loro, per diventare una famiglia.

Consultando lo specchio magico, Grimilde viene però a sapere che Biancaneve è ancora viva e decide di trovarla e ucciderla da sola e per farlo è disposta a rinunciare al suo superbo aspetto; con un incantesimo si trasforma in una vecchina e porta con sé un cesto di frutti avvelenati, il simbolo della perfezione e della bellezza cui tanto aspirava; giunta alla cassetta offre una mela alla ragazza ma appena questa la morse la fece cadere in un sonno mortale.

Nel frattempo i sette nani avvisati dagli animaletti del bosco, corrono in soccorso di Biancaneve e inseguono la personificazione delle forze oscure che si oppongono all’ordine dell’esistenza dell’Universo che, nel tentativo di lanciare loro addosso un masso, cade in un burrone vittima del suo stesso intento malvagio.

La fanciulla, in sonno, dunque in condizione di profanità, è adagiata in una bara di cristallo e di oro, simboli alchemici, rispettivamente, di purezza e di eternità. Nani e animaletti la piangono, accomunati dal dolore.

Proprio in quel momento passa di lì il principe che già aveva visto la ragazza e si ferma a darle un bacio di Vero Amore unendo così gli opposti.

Insieme si dirigeranno a ‘oriente’ dove si staglia, confusa fra le nubi, una costruzione dai caratteri non ben definiti, dunque ‘imperfetta’, ma dalla quale ogni spettatore si sente nondimeno attratto, affascinato dal suo fulgore di Luce.

S.P.

error: Contenuto protetto.