NOI MASSONI, UOMINI LIBERI (1)

//NOI MASSONI, UOMINI LIBERI (1)

Presentiamo, a partire da oggi, con cadenza mensile, il commento ad una frase o ad una dichiarazione o ad un aforisma di grandi personaggi, anche non Iniziati, che si siano comunque battuti per la libertà e i diritti dell’Uomo. Iniziamo da George Orwell, il grande scrittore inglese, autore degli indimenticati capolavori distopici “1984” e  “La fattoria degli animali”, veri e propri atti d’accusa nei confronti di quelle crudeli e disumane dittature che hanno indelebilmente macchiato il secolo scorso.

 

“Se la libertà significa qualcosa, allora significa il diritto di dire alla gente cose che non vogliono sentire”. George Orwell (1903-1950)

Colpisce subito l’attualità di tale pensiero, un’acuminata freccia metaforica che colpisce al cuore il “politically correct”, odierna linfa culturale del pensiero dominante. L’abbattimento delle statue di Colombo (colonialista!), la condanna della “romanità” (imperialista e schiavista!), il disprezzo per la Chiesa cattolica (sessista e omofoba!), il ridimensionamento della “famiglia tradizionale” (nulla più di un’opzione come tante altre), l’obbligo d’inginocchiarsi prima di una partita (ma cosa abbiamo in comune noi con i cestisti miliardari dell’NBA e i poliziotti americani dal grilletto facile?), lo sviscerato amore per Caino (ma Abele non ha nessun diritto?) sono alcune delle espressioni del nichilismo dominante. Nulla ha valore per se stesso, la storia è solo una successione di orrori ed errori, il futuro è una catastrofe imminente, il peccato è un’invenzione religiosa, la legge è l’arma dell’oppressore, la morale è una variabile indipendente, l’etica è la pesante corazza indossata dai “perbenisti”. Da questo plasma autodistruttivo nasce solo disperazione, paura e cieca acquiescenza all’astuto dittatore senza volto.

L’autoritarismo ideologico o militaresco è sostituito dal ghigno del “benpensante”, antropologicamente superiore, che censura o frustra ogni nostro tentativo di uscire dal disegno tracciato dal silente Dittatore. I curatori dei “social”, moderni porta-vessillo del “pensiero unico”, si accingono a stilare “liste di proscrizione”. Non saranno più i 451 gradi Fahrenheit dei lanciafiamme, usati dai “pompieri piromani”, descritti da Ray Bradbury, a provocare la combustione dei libri. Ai detentori dei siti più frequentati nel Web basterà un “clic” per eliminare dissidenti, rompiscatole, “matti” liberi pensatori insieme ai loro scritti, alle loro idee, ai valori cui si riferiscono. Gli “uomini liberi” hanno due opzioni possibili. O, per amor di pace, si tufferanno nel fiume del “convenzionale” e del “corretto” abbandonandosi alla corrente che li trascinerà nel Nulla, o si decideranno ad affermare la loro libertà e, come recita Orwell, non avranno il timore di dire ai propri simili quelle cose che non vorrebbero sentire.

 

 

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